Calcoli Renali: approccio integrato
La colica renale è una patologia di competenza del medico e non del farmacista.
Spesso il farmacista vede sia i pazienti dimessi dal pronto soccorso con diagnosi di colica renale sia i pazienti con colica renale in fase acuta.
Facciamo chiarezza sulla definizione di colica renale e sulla possibilità di consiglio del farmacista.
La colica renale è una patologia dolorosa dove si formano calcoli renali in seguito alla precipitazione di sali minerali nelle urine. Il principale sintomo della colica renale è il dolore acuto e localizzato a livello lombare che si può irradiare verso il basso fino all’inguine e ai genitali, o laterale verso il fianco.
Il dolore è causato dallo spostamento del calcolo nell’uretere.
Unitamente al dolore si può presentare sangue nelle urine (ematuria).
Inoltre possiamo avere nausea e vomito come conseguenza del dolore particolarmente intenso e degli spasmi. Il farmacista dovrà chiedere al paziente con dolore acuto da quanto tempo è presente il dolore e se c’è febbre. La presenza di febbre è una red flag, cioè un segnale che implica l’invio del paziente in pronto soccorso con urgenza per una visita.
I calcoli renali possono essere classificati in :
- calcoli di calcio (70% di tutti i calcoli renali), costituiti da ossalato di calcio in forma pura oppure associata al fosfato di calcio (15%);
- calcoli di struvite (3%), costituiti da magnesio ammonio fosfato, chiamati anche calcoli infettivi perchè indicano la presenza di un’infezione alle vie urinarie;
- calcoli di acido urico (10%), solitamente lisci, sono dovuti alla precipitazione di acido urico;
- calcoli di cistina (2%), sono rari e colpiscono unicamente soggetti affetti da cistinuria, patologia genetica caratterizzata da una difetto nel riassorbimento renale della cistina.
Oggi è’ difficile anche per il medico diagnosticare una colica renale. Una volta veniva fatta la manovra di giordano per indagare la presenza di dolore renale.
La manovra di giordano consiste nel mettere il paziente in posizione seduta, con il tronco leggermente flesso in avanti mentre il medico è in piedi dietro del paziente. Il medico con il bordo ulnare della mano a taglio, percuote con un colpo secco la loggia renale del paziente, ossia il punto dove si trova il rene, situata nella regione lombare; se questa manovra suscita un dolore violento nel paziente, il segno di Giordano è detto positivo, altrimenti è detto negativo.
Ora invece vengono analizzate le urine e viene fatta l’ecografia per individuare la posizione e le dimensioni del calcolo. Le dimensioni del calcolo possono andare da qualche millimetro fino a qualche centimetro.
La terapia farmacologica, sempre di competenza del medico consiste in:
- antibiotico, di solito ciprofloxacina;
- fans, di solito ketorolac che rimane il migliore per efficacia;
- tamsulosina , farmaco alfa-litico che rilassa la muscolatura liscia delle vie urinarie e sembra favorire l’espulsione del calcolo;
Gli antispatici oggi non vengono considerati efficaci perché non tolgono il dolore, impediscono l’escrezione del calcolo e riducono la peristalsi.
In prima battuta viene tolta la sintomatologia dolorosa al paziente e poi si pensa all’espulsione del calcolo.
Qui può essere importante il ruolo del farmacista che ricorda e raccomanda l’idratazione con almeno 2 litri di acqua al giorno, la riduzione di proteine animali e l’utilizzo di Sali di citrato.
I Sali di citrato non sciolgono i calcoli ma impediscono la formazione di nuovi calcoli e l’accrescimento di quelli esistenti agendo in 5 modi:
- riducono la sovrasaturazione dell’ossalato di calcio e del fosfato di calcio legando il calcio in una forma (complesso) solubile;
- impediscono l’aggregazione dell’ossalato di calcio indotta dall’acido urico;
- inibiscono l’aggregazione di ulteriori sali e la crescita del calcolo;
- aumentano la solubilità dell’acido urico e della cistina fino a sciogliere un calcolo già presente;
- ritardano l’aggregazione dei calcoli di struvite, che sono calcoli infetti.
E ‘importante la raccomandazione dei Sali di citrato perché nei pazienti in cui si è formato un calcolo calcico per la prima volta, si ha un rischio di formazione di un secondo calcolo pari al 15% ad 1 anno, del 40% a 5 anni e del 80% a 10 anni.
Inoltre la fitoterapia ci viene in soccorso con la credracca e il phyllantus chiamati comunemente spaccapietra perché disgregano i calcoli di piccolo dimensioni. (< 3mm). Possiamo utilizzare anche piante diuretiche come la pilosella, il frassino, la gramigna e l’ortosifon per favorire la diuresi.
Interessante è anche l’utilizzo della TM di Rubia tinctoria per favorire l’eliminazione del calcolo.
Infine possiamo usare una piccola strategia omeopatica per favorire lo scioglimento dei calcoli :
Phosphorus 15 CH 3 granuli mattino e sera
Berberis 15 Ch 3 granuli mattino e sera
Solidago TM 30 gtt mattino e sera.
Dott. Gianluca Brugnoni